Il 3 Ottobre u.s. si è svolta la cerimonia religiosa organizzata da AIAN per ricordare tutti gli amici appassionati del volo che sono volati più in alto. Nonostante le inclemenze del tempo, l’evento è pienamente riuscito. Nel corso della celebrazione sono stati ricordati tanti amici, docenti universitari, colleghi e appassionati del volo con i quali nel passato abbiamo trascorso tanto tempo e per i quali il sentimento di affezione è rimasto immutato.
Un ringraziamento va a don Massimo Ghezzi per la sua disponibilità e per la bella omelia, al Presidente dell’Aero Club di Capua, com.te Franco Taglialatela, per la sua ospitalità e simpatia, al nostro segretario Roberto De Pompeis che durante la celebrazione ha svolto il ruolo di lettore, e al caro Roberto Renzulli che ha letto una bella memoria che ha destato interesse ed emozione.
Più in generale, desidero ringraziare tutti i presenti perché in loro ho percepito una reale e profonda partecipazione.
Il com.te. Taglialatela ha ringraziato l’AIAN per il fatto che mai presso l’Aero Club e presso l’aeroporto di Capua era stata organizzata una cerimonia simile, ed ha auspicato che possa diventare per il futuro un appuntamento annuale per tutti i credenti ed appassionati di aviazione della nostra Regione.
La serata si è conclusa presso la pizzeria “L’oasi del Don” in compagnia di ottime pizze, dove abbiamo verificato come don Massimo sia persona di gran compagnia.
A seguito è riportata la memoria letta da Gabriele Renzulli a conclusione della cerimonia religiosa.
Un caro saluto a tutti
Gennaro Bronzone
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Le riflessioni di Gabriele Renzulli
Amici, in accordo con Gennaro stavo stilando un elenco di colleghi “andati avanti”, come si dice tra vecchi alpini. Attingevo alla vita operativa e manageriale, vissuta nell’ ambito della filiera del trasporto aereo.
Ma mi sono fermato alla seconda pagina: erano in troppi.
Allora ho deciso di dedicare due parole in generale alle Persone, specialmente le più umili, che per decenni si sono spese al fine di garantire il volo, divenuto imprescindibile grado di libertà nella moderna mobilità.
Nei cieli Essi portavano il tricolore … e a bordo il fior da fiore della italianità.
Prima in maniera elitaria, poi in forma popolare, si cominciava a misurare le distanze non più in miglia ma in tempo di volo.
Da ricordare il “battesimo del volo” impartito a tantissimi bambini, con cerimonia dedicata e rilascio del diplomino.
In questi decenni, la continuità territoriale, fondamentale valore nazionale e sociale, veniva puntualmente garantita.
Non solo diporto o business; tante tante volte Essi garantivano il trasporto di malati … servizio reso in maniera compassionevole, senza speculazione alcuna..
Si era tutti giovani entusiasti, consapevoli di essere prescelti per la missione del volo … “missione, non lavoro”, votata al servizio e al rispetto della vita umana.
Oso citare due colleghi, ma il pensiero va ai tanti, a tutti. In quel di Fiumicino, la Base Operativa e di Esercizio serviva la rete intera. Quando perveniva notizia di un aereo in panne si era soliti inviare una coppia di tecnici affiatatissima e di certa affidabilità: CENTOFANTI meccanico e DIOCIAIUTI avionico.
Si comunicava in frequenza o per telefono con il Comandante: << ti mando CENTOFATI e DIOCIAIUTI. Meglio di così ? Che vuoi di più ? >>
Chi si è speso nell’ era romantica dell’ aeronautica in generale e del trasporto aereo in particolare, “vissuto è assai”.
Ad Essi penso con gioia più che con mestizia: hanno avuto il privilegio di concretizzare, giorno dopo giorno (festività comprese), l’ancestrale sogno del volo.
Infine, Li immagino arruolati di diritto nell’ “Aviazione di Nostro Signore”, impegnati ad ispezionare i meccanismi di volo degli Angeli e a praticare finalmente la Predittività: scienza questa più congeniale alla Trascendenza delle “Celesti Latitudini”.
Gabriele R.